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Chapter 101


"Quanto siete buona, Fata mia", disse il burattino, asciugandosi gli occhi, "e quanto bene vi voglio!"
"Ti voglio bene anch'io", rispose la Fata, "e se tu vuoi rimanere con me, tu sarai il mio fratellino e io la tua buona sorellina..."
"Io resterei volentieri... ma il mio povero babbo?"
"Ho pensato a tutto. Il tuo babbo è stato digià avvertito: e prima che faccia notte, sarà qui."
"Davvero?..." gridò Pinocchio, saltando dall'allegrezza. "Allora, Fatina mia, se vi contentate, vorrei andargli incontro! Non vedo l'ora di poter dare un bacio a quel povero vecchio, che ha sofferto tanto per me!"
"Vai pure, ma bada di non ti sperdere. Prendi la via del bosco, e sono sicurissima che lo incontrerai."
Pinocchio partì: e appena entrato nel bosco, cominciò a correre come un capriolo. Ma quando fu arrivato a un certo punto, quasi in faccia alla Quercia grande, si fermò, perché gli parve di aver sentito gente fra mezzo alle frasche. Difatti vide apparire sulla strada, indovinate chi?... la Volpe e il Gatto, ossia i due compagni di viaggio, coi quali aveva cenato all'osteria del Gambero Rosso.
"Ecco il nostro caro Pinocchio!" gridò la Volpe, abbracciandolo e baciandolo. "Come mai sei qui?"
"Come mai sei qui?" ripeté il Gatto.
"È una storia lunga, disse il burattino, e ve la racconterò a comodo. Sappiate però che l'altra notte, quando mi avete lasciato solo nell'osteria, ho trovato gli assassini per la strada..."
"Gli assassini?... O povero amico! E che cosa volevano?"
"Mi volevano rubare le monete d'oro."
"Infami!..." disse la Volpe.
"Infamissimi!" ripeté il Gatto.
"Ma io cominciai a scappare, continuò a dire il burattino, e loro sempre dietro: finché mi raggiunsero e m'impiccarono a un ramo di quella quercia."