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Chapter 141


"Sai la gran notizia?"
"No."
"Qui nel mare vicino è arrivato un Pesce-cane, grosso come una montagna."
"Davvero?... Che sia quel medesimo Pesce-cane di quando affogò il mio povero babbo?"
"Noi andiamo alla spiaggia per vederlo. Vieni anche tu?"
"Io, no: voglio andare a scuola."
"Che t'importa della scuola? Alla scuola ci anderemo domani. Con una lezione di più o con una di meno, si rimane sempre gli stessi somari."
"E il maestro che dirà?"
"Il maestro si lascia dire. È pagato apposta per brontolare tutto il giorno."
"E la mia mamma?..."
"Le mamme non sanno mai nulla", risposero quei malanni.
"Sapete che cosa farò?" disse Pinocchio. "Il Pesce-cane voglio vederlo per certe mie ragioni... ma anderò a vederlo dopo la scuola."
"Povero giucco!" ribatté uno del branco. "Che credi che un pesce di quella grossezza voglia star lì a fare il comodo tuo? Appena s'è annoiato, piglia il dirizzone per un'altra parte; e allora chi s'è visto s'è visto."
"Quanto tempo ci vuole di qui alla spiaggia?" domandò il burattino.
"Fra un'ora, siamo andati e tornati."
"Dunque, via! e chi più corre, è più bravo!" gridò Pinocchio.
Dato così il segnale della partenza, quel branco di monelli, coi loro libri e i loro quaderni sotto il braccio, si messero a correre attraverso ai campi; e Pinocchio era sempre avanti a tutti: pareva che avesse le ali ai piedi.
Di tanto in tanto voltandosi indietro, canzonava i suoi compagni rimasti a una bella distanza, e nel vederli, ansanti, trafelati, polverosi e con tanto di lingua fuori, se la rideva proprio di cuore. Lo sciagurato in quel momento non sapeva a quali paure e a quali orribili disgrazie andava incontro!...