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Chapter 183


E a titolo di correzione, gli affibbiò subito una frustata nelle gambe.
Pinocchio dal gran dolore, cominciò a piangere e a ragliare, e ragliando, disse:
"J-a, j-a, la paglia non la posso digerire!..."
"Allora mangia il fieno!" replicò il padrone che intendeva benissimo il dialetto asinino.
"J-a, j-a, il fieno mi fa dolere il corpo!..."
"Pretenderesti, dunque, che un somaro, par tuo, lo dovessi mantenere a petti di pollo e cappone in galantina?" soggiunse il padrone arrabbiandosi sempre più e affibbiandogli una seconda frustata.
A quella seconda frustata Pinocchio, per prudenza, si chetò subito e non disse altro.
Intanto la stalla fu chiusa e Pinocchio rimase solo: e perché erano molte ore che non aveva mangiato cominciò a sbadigliare dal grande appetito. E, sbadigliando, spalancava una bocca che pareva un forno.
Alla fine, non trovando altro nella greppia, si rassegnò a masticare un po' di fieno: e dopo averlo masticato ben bene, chiuse gli occhi e lo tirò giù.
"Questo fieno non è cattivo, poi disse dentro di sé, ma quanto sarebbe stato meglio che avessi continuato a studiare!...
A quest'ora, invece di fieno, potrei mangiare un cantuccio di pan fresco e una bella fetta di salame!... Pazienza!"
La mattina dopo, svegliandosi, cercò subito nella greppia un altro po' di fieno; ma non lo trovò perché l'aveva mangiato tutto nella notte.