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Chapter 165


"Vedremo se dici il vero."
Senza aggiungere altre parole, il burattino salutò la sua buona Fata, che era per lui una specie di mamma, e cantando e ballando uscì fuori della porta di casa.
In poco più d'un'ora, tutti i suoi amici furono invitati. Alcuni accettarono subito e di gran cuore: altri da principio si fecero un po' pregare; ma quando seppero che i panini da inzuppare nel caffè-e-latte sarebbero stati imburrati anche dalla parte di fuori, finirono tutti col dire:
"Verremo anche noi, per farti piacere".
Ora bisogna sapere che Pinocchio, fra i suoi amici e compagni di scuola, ne aveva uno prediletto e carissimo, il quale si chiamava di nome Romeo: ma tutti lo chiamavano col soprannome di Lucignolo, per via del suo personalino asciutto, secco e allampanato, tale e quale come il lucignolo nuovo di un lumino da notte.
Lucignolo era il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola: ma Pinocchio gli voleva un gran bene. Difatti andò subito a cercarlo a casa, per invitarlo alla colazione, e non lo trovò: tornò una seconda volta, e Lucignolo non c'era: tornò una terza volta, e fece la strada invano.
Dove poterlo ripescare? Cerca di qua, cerca di là, finalmente lo vide nascosto sotto il portico di una casa di contadini.
"Che cosa fai costì?" gli domandò Pinocchio, avvicinandosi.
"Aspetto la mezzanotte, per partire..."
"Dove vai?"
"Lontano, lontano, lontano!"
"E io che son venuto a cercarti a casa tre volte!..."
"Che cosa volevi da me?"
"Non sai il grande avvenimento? Non sai la fortuna che mi è toccata?"
"Quale?"
"Domani finisco di essere un burattino e divento un ragazzo come te, e come tutti gli altri."
"Buon pro ti faccia."
"Domani, dunque, ti aspetto a colazione a casa mia."
"Ma se ti dico che parto questa sera."
"A che ora?"
"Fra poco."
"E dove vai?"
"Vado ad abitare in un paese... che è il più bel paese di questo mondo: una vera cuccagna!..."